Dopo il tremendo terremoto in Indonesia, che fortunatamente non ha portato con sè la scia dello tsunami, la terra torna a tremare anche in Italia. Una violenta scossa di terremoto è’ stata registrata subito dopo le 8.21 di questa mattina a Palermo.
Grande paura per i lunghi secondi in cui la terra ha tremato in Sicilia. La sua intensità è stata elevata, e infatti la popolazione l’ha avvertito distintamente andando nel panico. Il terremoto è stato registrato dagli esperti al largo delle coste palermitane, per la precisione 30 chilometri a Nord del capoluogo siciliano. La buona notizia è che nonostante la sua forte intensità e il fatto che i palermitani lo abbiano avvertito distintamente, stando alle prime verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile, non ci sarebbero danni a persone o cose.
I primi rilievi sono stati registrati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La scossa di terremoto è stata registrata alle ore 08.21 con magnitudo di 4.3. Come sempre accade in questi casi, la scossa di terremoto è stata avvertita in particolar modo ai piani alti di Palermo. Come sempre si è scatenato il panico e molti palermitani si sono radunati in strada. Considerata l’ora del mattina, presto ma non troppo, alcuni di loro erano ancora in pigiama, vestaglie e pantofole.
Assalto ai centralini di polizia e vigili del fuoco, con telefonate di aiuto e richiesta di delucidazioni sull’entità del sisma. Come detto per il momento fortunatamente non si registrano danni a persone o cose. Era anche l’ora in cui qualcuno aveva appena lasciato i figli a scuola per andare al lavoro, e per precauzione molti di loro hanno deciso di tornare indietro per concedere un giorno di vacanza in tranquillità fino a quando l’allarme non rientra del tutto.
Le chiamate da cittadini alle unità di controllo della polizia e dei vigili del fuoco a Palermo sono tate numerose, ma più per chiedere informazioni che per richieste d’aiuto.
Il dott. Alberto Michelini, funzionario della sala sismica dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma spiega al Sole 24 Ore che quello di oggi «È stato un movimento tettonico in una zona complessa con modalità di rottura di tipo distensivo rispetto a quella di tipo compressivo».
«Si tratta – aggiunge Michelini – di un sistema di faglie a mare relativamente nuovo rispetto a quello più spostato verso Nord Est dove, nel settembre 2002, si registrò una violenta scossa di magnitudo 5.2. In questo momento stiamo analizzando il meccanismo focale relativo alla modalità di rottura che è stato di tipo distensivo, quando cioè due zolle si allontanano e si registra un rilassamento. L’opposto di quando le faglie si scontrano e si verifica un movimento di tipo compressivo che in genere avviene più a largo e a profondità maggiori».
«Si tratta – aggiunge Michelini – di un sistema di faglie a mare relativamente nuovo rispetto a quello più spostato verso Nord Est dove, nel settembre 2002, si registrò una violenta scossa di magnitudo 5.2. In questo momento stiamo analizzando il meccanismo focale relativo alla modalità di rottura che è stato di tipo distensivo, quando cioè due zolle si allontanano e si registra un rilassamento. L’opposto di quando le faglie si scontrano e si verifica un movimento di tipo compressivo che in genere avviene più a largo e a profondità maggiori».
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